Openshift

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Creata da Red Hat, è ora il prodotto di punta per l’orchestrazione sia di RH che della sua casa madre IBM. Esistente già prima dell’avvento di Kubernetes, si è progressivamente trasformata in una distribuzione (sto parlando della verisone 4.5).

È un prodotto open source ad accesso limitato, nel senso che l’accesso alle sue imamgini Docker è consentito solamente a chi sottoscrive un “abbonamento” al supporto RH.

Installabile su nodi RHEL o RH CoreOS (RH ha comprato Tectonic) ben documentata ed è un prodotto molto completo: oltre alle qualità del Kubernetes vanilla, ha in più:

  • monitoraggio e allarmi;
  • marketplace degli operatori;
  • gestione aggiornamento nodi che vengono manutenuti in maniera automatica.

Il cluster può essere creato sui cloud di vari providers, il flavor RH di OpenStack, VMware vSphere e RH Virtualization, che è un diretto concorrente di Proxmox VE#.

Non è ancora chiaro quale sia il licensing e l’entità dei costi.

Out of the box l’unico storage disponibile è un local provisioner che vuole un device a blocchi per ogni volume servito, una pizza. È pensato per essere accoppiato a RH Cluster Storage che è un versione RH di un provisioner Ceph, forse basato su Rook. Installare altri tipi di storage si è rivelato non facile, soprattutto per le diversità a livello di sicurezza della distribuzione, vedi ad esempio questo bug di Longhorn.

Ne esiste una versione free chiamata OKD, mi pare installabile su Fedora CoreOS.